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La Grotta di San Michele di Curti.
Questa grotta è dedicata a San Michele Arcangelo, culto risalente al periodo di dominazione Longobarda. La grotta è raggiungibile attraverso un viottolo di circa 400 mt che conduce fino al muro di cinta della cappella, posta sotto un grande arco naturale ricoperto di lecci. Varcato il cancello, si può vedere tutta la cavità, che prosegue sulla destra con una scala scavata nella roccia che si ferma davanti ad un piccolo cunicolo. La grotta contiene pregiati affreschi come quasi tutti i santuari rupestri medievali. All'ingresso vi è un altare ospitato nella piccola cappella, tuttora usato per le funzioni religiose dell' 8 Maggio.Si racconta, che passando nei pressi della grotta, l'Arcangelo Michele si sia fermato per poi proseguire il viaggio fino a raggiungere il Gargano in Puglia. Qui sul monte Sant'Angelo si trova un bellissimo santuario, meta di pellegrini di tutto il mondo, dove il santo è venerato l' 8 Maggio. Era tradizione del popolo Gioiese, fino a qualche decennio fa, effettuare un pellegrinaggio, raggiungendo a piedi la grotta sul Gargano attraversando pianure, valli e montagne . Sul monte venivano raccolte delle erbe di forma particolare, chiamate capelli d'angelo, che facevano da ornamento ai bastoni dei pellegrini sulla strada del ritorno. Testimonianza di questa devozione è uno scritto del 1927 conservato nel Santuario della Madonna del Carmine di Montefalcone di Val Fortore nella provincia di Benevento, paese montuoso attraversato dai pellegrini. E' scritto: "La sera del 12 Maggio verso le nove di sera, dal paese si incominciò a sentire un canto di pellegrini e molte persone uscirono incontro. Era il pellegrinaggio di Gioia Sannitica, composto di oltre 60 persone. All'avvicinarsi del Santuario fu suonata la campana, che data la tarda ed insolita ora, richiamò gran folla di gente che fece ala ai pellegrini, i quali dopo aver fatto tre giri intorno al Santuario, cantando entrarono ginocchioni nella chiesa gremita di gente e tutta illuminata a luce elettrica. Dopo il canto delle litanie i pellegrini passarono nei locali adiacenti alla chiesa e là furono alloggiati per la notte. Alle sei del mattino successivo, gran parte di essi si confessarono e ascoltarono la Messa, poi dopo aver firmato il Registro dei Visitatori e fatto una foto ricordo (tuttora conservata nel Santuario), si misero in ordine e partirono attraverso il paese cantando devotamente. Il pellegrinaggio di Gioia ha lasciato un bel ricordo in mezzo a noi e noi ci congratuliamo con il Priore e con tutta la Compagnia per il suo ordine, compostezza e devozione, e speriamo che ogni anno torni sempre più numerosa a rivedere la nostra Madonna del Carmine".
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