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Origini: Storia e Leggenda
Scarse sono le notizie storiche. Le poche risalgono a ricerche compiute dallo storico dell' "800 Giuseppe Mennone, che si interessò della storia dell' antico Sannio. Secondo lo storico, i superstiti di una località chiamata Ercolaneo distrutta all'epoca delle guerre Sannitiche, in cui vi era il Tempio di Ara Jani (dedicato a Jano dei Latini, poi detto Giano dagli Italici), ritornarono nei luoghi di origine dando vita a nuovi agglomerati abitativi sulle rovine del vecchio Tempio: chiamarono questi luoghi Rignano e un altro poco distante Rignanello. Queste località erano situate in zone basse e malsane, per cui gli abitanti si spostarono successivamente in zone più a monte, in zone collinari, che erano più salubri.
In onore del loro Dio Giano, queste nuove zone vennero chiamate Gioja, attualmente Gioia Sannitica, che in antiche carte venivano indicate come Terra Jani ed in seguito Terra Jiojae.
Si susseguirono diverse invasioni di barbari, dai Longobardi ai Franchi fino ai Normanni. Con l'arrivo dei Normanni, Gioja divenne una baronia.
Il Castello fu edificato in questo periodo intorno all'anno mille su una altura che domina l'attuale paese assumendo il compito di difesa dalle scorrerie e rappresaglie dei signori vicini, nonché luogo di rifugio degli abitanti durante le scorrerie ed i saccheggi dei barbari di altre stirpi. Nel "500 a causa della terribile peste il castello fu abbandonato.
In quell'epoca il Castello con il feudo di Gioia era in concessione a Ugo Villalumo, un cavaliere spagnolo, a lui donato da Carlo V come ricompensa del valore dimostrato nella battaglia di Pavia. Si racconta, che il cavaliere spagnolo amasse una bella fanciulla chiamata Erbanina che di nascosto confezionava filtri e pozioni magiche, e scoperta mentre si ungeva con grasso di cadavere, il nobiluomo invocò S. Michele, e la janara cioè la strega Erbanina precipitò dalla torre: il suo ululare si sentì in tutta la contrada per oltre un mese per poi scomparire lasciando il suo nome al vicino monte (m. Erbano).
Nel 1534 il feudo con il Castello fu venduto alla famiglia ducale Barone, che dopo qualche generazione lo permutò con la famiglia ducale Gaetani di Aragona. Già in questa epoca Gioia era un fiorente centro, capace di avere una fiera commerciale. All'epoca dei Borboni fu costruita la strada Sannitica (1857) che fece estendere le case verso l'attuale zona del Municipio, la Taverna, che diventò una zona dove i viandanti potevano cambiare i cavalli e rifocillarsi. Nel 1810, cessò il dominio feudale e il 12 Ottobre 1862 il Re Vittorio Emanuele II aggiunse "Sannitica" al nome Gioia.
Anche durante la II guerra mondiale, questa zona fu teatro di episodi che caratterizzarono la campagna bellica del Medio-Volturno. Nel Settembre del 1943, un reparto di soldati tedeschi si accampò presso il Vicinato in Gioia Sannitica. All'inizio di Ottobre giunsero anche le truppe speciali, le famose SS tedesche e Gioia fu occupata. La popolazione, specialmente gli uomini, scapparono rifugiandosi in montagna. Intanto tra il 12 ed il 17 Ottobre mentre si svolgeva la battaglia del Medio-Volturno che portò una divisione del V° Corpo d'Armata Americano a Faicchio, i guastatori tedeschi per impedire l'avanzata degli Americani, incendiarono il Municipio e numerose altre abitazioni.
Furono danneggiate anche le chiese di S.Pietro e di Santa Maria della Libera di Carattano. Furono distrutti 11 piccoli ponti e danneggiati altri 5 che collegavano alcune vie comunali. Dì lì a qualche ora giunsero le truppe americane che dopo la liberazione di Gioia Sannitica, andarono verso Piedimonte d'Alife (oggi Piedimonte Matese). Il 18 Ottobre la popolazione di Gioia volle ringraziare la Madonna per la liberazione dai tedeschi e andò in pellegrinaggio fino alle Caselle, dove si trova la statua della Madonna delle Grazie. In ricordo di tali avvenimenti, ancora oggi si festeggia ogni terza Domenica di Ottobre la Madonna delle Grazie.
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